Termoconvettore in metallo con supporto orientabile. All’interno sono contenute le serpentine che si riscaldano e, dietro di esse, una girante in acciaio. Questi dispositivi sono protetti, sulla parete frontale, da una griglia in metallo. Accanto, sempre sulla parete frontale, si trova il commutatore con tre posizioni per aria tiepida e calda ed una per aria fredda (ventilazione), oltre alla posizione per dispositivo spento.
E’ disponibile un foglio di istruzioni, funzionamento ed uso.
Questa stufa elettrica era utilizzata per riscaldamento domestico di piccoli ambienti.
Dopo la scoperta del fuoco e del suo utilizzo, fu la civiltà romana ad utilizzare il fuoco non solo per cucinare o scaldarsi in maniera diretta e con qualche inconveniente (fumo, incendi, ecc). Idearono infatti una sorta di riscaldamento domestico utilizzando camini e canne fumarie che scaldavano pavimenti e muri.
Ben presto si diffuse l’uso dei camini aperti inseriti nelle pareti in pietra o mattoni, che nel XVII secolo divennero a convezione naturale con canne fumarie che convogliavano i fumi verso l’alto, all’esterno.
Solo nel XIX secolo però si risolse definitivamente il problema del fumo nella stanza. Sempre in questo secolo iniziò l’uso del carbone come combustibile.
Nel XX secolo, gli artigiani prima e l’industria metallurgica poi hanno iniziato a costruire stufe a legna, carbone, cherosene, gas, sempre più efficienti. Le stufe venivano utilizzate sia per il riscaldamento che per cucinare.
L’avvento delle caldaie centralizzate a gasolio o metano ha poi sostituito le stufe e i camini per il riscaldamento delle case, attraverso i termosifoni.
Stufe e camini sono rimasti in uso in montagna o in campagna.
Le stufe a pellet e le stufe ad accumulo, sono però oggi considerate economiche ed “ecologiche” alternative ai sistemi a gasolio.