Parallelepipedo a base rettangolare in lastre di acciaio , vuoto. senza base e senza coperchio. I lati lunghi sono composti da due ante battenti simmetriche ed i lati corti da un'anta ciascuno.Le ante sono imperniate su due telai,inferiore e superiore,resi solidali dagli stessi perni che permettono l'apertura dei battenti.Ogni battente è dotato di propri congegni di chiusura,comandati da una serratura azionata da due chiavi ,una a “pompa “ed una a mappa singola.I dadi che serrano i perni su cui scorrono le leve che provocano il movimento dei catenacci sono ricoperti da borchie in ottone a forma di fiore. In corrispondenza delle serrature,sulle pareti esterne,un disco d'acciaio , leggermente bombato, azionato da un congegno meccanico nascosto che ne provoca la rotazione ,nasconde i fori di introduzione delle chiavi.I leverismi ed i meccanismi di chiusura,alloggiati sulla faccia interna delle pareti,sono in acciaio lucido ( probabilmente temperato ) e molto ben conservato. Le ante a vista sono verniciate a fondo verde cupo e finemente decorate in oro a motivi circolari e floreali attorno alle serrature e con tondo sormontato da una croce al centro della parete facciale.Altri motivi a croci e floreali lungo i contorni .Le ante presentano tracce di abrasione e macchie di ruggine.Le meglio conservate sono le due ante frontali,probabilmente perchè sottoposte nel tempo a più costante ed accurata manutenzione,in quanto più esposte alla vista dei fedeli e dei visitatori.
Si tratta di una cassaforte assemblabile e disassemblabile in modo relativamente semplice, ideata per proteggere l'altare maggiore della Basilica di Sant'Ambrogio di Milano,decorato su tutti i lati verticali da una preziosissima opera in bassorilievo in oro per mano di Volvinio ,scultore operante in Lombardia nel IX secolo dopo Cristo.L'opera che avvolgeva l'altare a mò di manto era chiamata il cosi' detto ” Pallio d'Oro “.
Le due ante frontali venivano aperte in occasioni di cerimonie importanti o di visite illustri ,mediante le quattro chiavi relative alle due serrature anteriori. Una volta all'anno ,in occasione della ricorrenza della festività di Sant'Ambrogio ,venivano asportate tutte le ante e l'Altare d'Oro veniva mostrato nella sua interezza e splendore a tutti i fedeli.L'operazione veniva effettuata da parte di una Ditta specializzata che aveva anche il compito di curare la manutenzione della cassaforte.
La protezione dell'Altare D'oro del Volvinio della Basilica di Sant'Ambrogio in Milano è stato un problema che si è tramandato per secoli, a partire dalla sua costruzione nel nono secolo D.C. Molteplici sono stati i sistemi per assicurarla e monteplici sono stati i tentativi di furto, per fortuna sventati,perchè si trattava di tentativi maldestri e condotti da singole persone con modeste attrezzature e velleitarie intenzioni.Il primo quaderno pubblicato da questo Museo racconta queste vicende in maniera più articolata ma leggera.Superati indenni anche i tentativi di furto ” istituzionali ” tentati dalle truppe napoleoniche alla fine del 700 ,durante l'invasione di Milano, grazie all'astuzia del Prevosto Monsignor Gabrio Nava, arriviamo verso l'ultimo quarto dell'800.La delinquenza diventa sempre più organizzata e questo preoccupa sempre più la gerarchia della Basilica.Da alcuni anni è sorta a Saronno una fabbrica di cassaforti , La Antonio Parma , la cui fama di realizzare sicure cassaforti per importanti enti come le banche viene alle orecchie della Basilica. Si tratta di realizzare una soluzione unica nel suo genere cosi' come unico è l'oggetto da proteggere.Il principale requisito della sicurezza deve essere accompagnato da quello della leggerezza e gradimento estetico alla vista ,considerato il prestigio storico ed artistico del luogo in cui deve essere installata.A ciò si deve aggiungere la possibilità di un facile e articolato accesso visivo al bene custodito.Requisiti tutti ampiamente soddisfatti dalla realizzazione della Parma, come si può agevolmente constatare nel nostro Museo. Nel quaderno si racconta dell'indesiderato e complicato trasferimento nei sotterranei dei Musei Vaticani di Roma dell'altare e della cassaforte ,durante i due conflitti mondiali , e delle sempre più frequenti necessità di aprire parzialmente la cassaforte
in occasioni di visite importanti a Milano,talchè fu deciso negli anni settanta dello scorso secolo, dopo circa 100 anni di onorato servizio,di sostituire la cassaforte con uno scatolato di vetro corazzato che rendesse permanentemente visibile l'altare d'oro. La cassaforte fu richiesta dalla ditta Parma per festeggiare il centenario dell'Azienda e ritornò a Saronno. Alcuni anni dopo ,nel 1998 , in occasione dell'apertura del Museo,la ditta Parma ,che era uno dei soci fondatori , acconseti' di esporla permanentemente in Museo pulita e restaurata per l'occasione.La stessa costituisce sicuramente il pezzo più pregiato, originale ed unico del Museo.