LUS
Umberto Legnani iniziò a lavorare giovanissimo come operaio; nel 1928 a 25 anni fu licenziato ma non si perse d’animo. Grazie anche all’incoraggiamento della moglie, Giuseppina Carnelli. decise di mettersi in proprio e di aprire una piccola officina.
La nuova azienda si trovava a Saronno in vicolo Lino e si dedicò alla fabbricazione – in maniera del tutto artigianale – di pennini e puntine da disegno.
Nel 1931 fu registrato il marchio LUS.
LUS è l’acronimo di Legnani Umberto Saronno.
La gamma dei prodotti si allargò includendo vari articoli di cancelleria come cucitrici, fermagli, molle fermacarte, bilance postali.
Il 1934 fu un anno importante per la nuova azienda: la ditta si sviluppò, trovò una nuova sede in via Manzoni e fu progettata e prodotta la prima penna stilografica della LUS.
Nel 1953 la LUS introdusse la penna stilografica LUS Giubileo; il nome faceva riferimento ai 25 anni dell’azienda. La penna aveva il pennino in oro e un design particolarmente elegante. Rappresentava una risposta ai modelli di Aurora (Aurora 88) e di Parker (Parker 51).
Nel 1953 la penna LUS Giubileo costava 5.000 Lire contro gli 8.000 Lire della Parker 51 e le 6.800 Lire dell’ Aurora 88.
Lo sviluppo della LUS negli anni ‘50 fu il frutto di un’intelligente strategia commerciale
- da un lato riuscire a competere con i leader dell’epoca (soprattutto Aurora e Parker) introducendo modelli di penne stilografiche di alta gamma sempre più innovative e con prezzi inferiori a quelli della concorrenza;
- e contemporaneamente puntare al mercato di massa con modelli economici e con una distribuzione capillare (vendita nelle tabaccherie, nelle edicole, nei grandi magazzini, in negozi di generi vari oltre che nel tradizionale canale delle cartolerie).
A quel tempo uno slogan della LUS diceva “Buone penne alla portata di tutti”
A conferma di questa strategia sempre agli inizi degli anni ’50 la LUS introdusse un «modello economico»: la LUS Atomica, una penna stilografica con pennino in acciaio e con cartuccia in polistirene.
Il prezzo (100 Lire per il modello base) fu competitivo addirittura nei confronti delle stesse penne a sfera che si stavano diffondendo in quegli anni. Le cartucce venivano vendute a 10 Lire e si potevano acquistare dappertutto.
Con l’Atomica la LUS introdusse anche un nuovo modello di business:
commercializzare il prodotto ossia la penna stilografica a prezzi molto competitivi e realizzare il profitto attraverso la vendita delle cartucce.
E’ un modello oggi molto diffuso; si pensi ad esempio alle macchinette elettriche per il caffè vendute a prezzo contenuto e alle cialde oppure ai rasoi e alle lamette.
Nel 1950 in Italia iniziarono a diffondersi le penne a sfera.
La LUS produsse tre modelli di penna a sfera :
- due economici (la «Retracto» nel 1950, uno dei primi modelli a punta rientrante e la «K2» nel 1952) e
- uno più costoso placcato in oro («Golden Retracto»).
La LUS arrivò a produrre circa 400.000 penne al giorno fra penne stilografiche e penne a sfera; il personale raggiunse le 1000 unità.
L’ azienda crebbe e fu costruito un nuovo e moderno stabilimento in via Manzoni. Il ciclo produttivo fu organizzato su basi industriali, con impianti tecnologicamente avanzati e con una particolare attenzione alla qualità.
Per alcune lavorazioni la LUS utilizzò anche il lavoro a domicilio delle famiglie del luogo che così incrementavano le loro entrate. Era un modello di «produzione distribuita».
Negli anni ’60 la LUS per contrastare la concorrenza della BIC introdusse una penna a sfera con varie ricariche di colori differenti che fu imitata in tutto il mondo.
Va riconosciuta a Umberto Legnani la grande attenzione all’innovazione tecnologica sia nel prodotto che nei processi produttivi e la disponibilità a fare ingenti e costanti investimenti nella ricerca.
Ogni prodotto della LUS era il risultato di un eccezionale know-how sviluppato nel tempo.
Nel 1958 Umberto Legnani venne insignito della “Medaglio d’Oro” dell’Accademia di New York per il suo ruolo nello sviluppo della penna stilografica e per aver registrato oltre 90 brevetti.
Umberto Legnani morì nel 1968.
Dopo la morte di Umberto Legnani, la vedova Giuseppina Carnelli guidò l’azienda conservandone l’impronta familiare, tipica di tante industrie lombarde.
Nell’impresa lavorarono fratelli, nipoti e successivamente pronipoti di Umberto Legnani e della signora Carnelli che guidò l’azienda fino al 2000, quando morì all’età di 98 anni.
Il rapporto di Umberto Legnani con la moglie fu eccezionale; Umberto Legnani per qualsiasi cosa ascoltava il parere della moglie. Quando parlava era frequente che usasse il “noi” proprio per evidenziare il ruolo di Giuseppina.