Riportiamo con molto piacere l’articolo apparso recentemente su una rivista on line specializzata in enogastronomia e turismo culturale (https://www.storienogastronomiche.it/il-museo-delle-industrie-e-del-lavoro-del-saronnese-emozionante-simbolo-culturale/)
L’articolo è stato scritto dal Prof. Domenico Liggeri (www.domenicoliggeri.it), autore di diversi saggi e da oltre vent’anni docente in varie università quali IULM, Cattolica, Dams di Bologna, IED – Istituto Europeo di Design e per l’Istituto Internazionale di Ricerca e Studi Avanzati del Ministero per i beni e le attività culturali.
E’ una testimonianza dell’ “immenso valore culturale, storico, sociale e antropologico del MILS” e un attestato di riconoscimento per i nostri volontari.
Il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese, emozionante simbolo culturale del territorio
Un emozionante bene culturale di Saronno capace di narrare magnificamente il suo territorio di cui rappresenta un luminoso simbolo, una perla espositiva di immenso valore culturale, storico, sociale e antropologico, un patrimonio della collettività unico nella sua azione di testimonianza dell’identità collettiva: è il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese con sede in via Don Griffanti 6, nella quale tutela la memoria dell’area attraendo tantissimi visitatori con una profonda azione pedagogica.
Tutto merito di volontari dal cuore grande come la loro competenza che alla fine del Novecento hanno avuto “l’idea di costituire un’Associazione per la costituzione del Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese; di fronte alla deindustrializzazione della città e al rischio che – oltre alla chiusura delle aziende – sfumasse la memoria storica di ciò che era stato il lavoro e la vicenda industriale del territorio, un gruppo di lavoratori, dirigenti e alcuni industriali fecero nascere l’Associazione del Museo del Lavoro e delle Industrie del Saronnese”.
Se l’antefatto della fondazione del Museo è da ricondursi a una mostra temporanea tenutasi nel 1996 nei locali delle ACLI di Saronno, è invece in un suggestivo “storico capannone con il caratteristico tetto a shed messo a disposizione dalle Ferrovie Nord Milano” che “il 25 Ottobre 1998 furono inaugurate le prime sezioni del museo con i reperti ricevuti in dono o conferiti in comodato d’uso”, fino “all’attribuzione di ulteriori spazi, inaugurati nel dicembre 2003”, con la superficie espositiva complessiva che raggiunse così i 2000 mq di cui 600 coperti.
Un gesto di grande intelligenza, professionalità e umanità dei dirigenti di allora di Ferrovie Nord, i quali hanno consentito nel tempo alla struttura di acquisire nuovi ambienti per ampliare l’esposizione, la quale è arrivata a dotarsi anche di apparecchiature multimediali, adeguata illuminazione, nonché di una nutrita biblioteca settoriale.
Senza trascurare che “dall’intensa attività di ricerca sono nate periodiche pubblicazioni volte a valorizzare la storia industriale e del lavoro delle aziende che presso il MILS sono ricordate”, affinché “l’impresa non possa essere ridotta a fatto strettamente economico e che insieme ai suoi prodotti e al lavoro dei suoi addetti sia parte integrante della storia sociale, civile e culturale della comunità”.
La contiguità con la locale stazione non è casuale, perché qui centrale è il tema “dei trasporti ferroviari rappresentati dai veicoli storici del parco delle Ferrovie Nord che a Saronno hanno lo snodo più importante della loro rete”, come manifestato anche attraverso la presenza di modelli in scala di locomotive di straordinaria fattura.
La visita al museo cattura immediatamente il visitatore fin dalla sua sezione all’aperto, contrassegnata da una stupenda antica tettoia in stile Liberty che ha accolto i passeggeri in arrivo alla stazione ferroviaria di Saronno fino al 1982, la quale svetta su ingranaggi, dispositivi e arredi esterni dalla perfetta manutenzione, capaci di proiettare subito in un mondo a parte.
La parte interna “presenta strumenti, macchinari, prodotti e documenti relativi ad un ampio arco di tempo che va dall’industrializzazione di fine ’800 fino alle soglie del boom economico degli anni Sessanta”, a partire dal primo ambiente, il locale Reception che introduce gli ospiti alla visita con “alcuni pannelli esplicativi relativi alla nascita ed alla evoluzione dell’Associazione promotrice del Museo; cartelli con la storia della città e del suo sviluppo industriale, i cui insediamenti sono evidenziati in una grande mappa”…
… “quindi una macchina stampatrice di vecchi biglietti ferroviari tipo Edmonson”.
Segue la stanza della Memoria che svolge bene il suo compito grazie a “una galleria fotografica dei più importanti imprenditori locali”…
… insieme a opere pittoriche donate dagli artisti che hanno esposto negli anni nei locali della struttura.
Le sale I e II sono organizzate per stand aziendali ma ruotano anche intorno ad autentiche tranche de vie rappresentate da interi reali elementi dell’attività ferroviari ancora perfettamente operanti grazie alla dedizione di ex lavoratori del comparto…
… strumenti utilissimi per mostrare il funzionamento di questo ambito dei trasporti ai visitatori, soprattutto quando si tratta di studenti.
Si intersecano quindi tante storie di aziende che evidenziano operosità, genio e spirito di sacrificio, alla base del primato industriale lombardo, a partire dai tanti doverosi omaggi alle Ferrovie Nord, tra cimeli di ogni genere…
… e una collezione di fantastici manifesti pubblicitari a rimembranza della spinta che l’azienda di trasporti ha dato anche ai primi vagiti del turismo di massa.
Si celebra pure la grandezza di società della zona, come la Giannetti che creò i primi cerchioni…
… la Parma casseforti che introdusse il tema della sicurezza esportandolo nel mondo…
… con recupero di vicende gloriose ma remote come quella delle moto della Verga…
… o del cotonificio Cantoni/De Angeli-Frua con i suoi stampati dai bellissimi cromatismi senza tempo…
… fino a un autentico mito del made in Italy come Isotta Fraschini, di cui è esposto un mezzo che ha partecipato niente meno che alla battaglia di El Alamein nel 1942.
Nella saletta III si narra “l’evoluzione storica dei prodotti radio-televisivi della Phonola poi Fimi-Philips con una nutrita presenza di antichi esemplari”…
… tra “radio, registratori, giradischi, piccoli elettrodomestici che hanno rappresentato la punta avanzata dell’applicazione tecnologica del territorio”.
Si arriva così nella sala IV, l’ultima, interamente “dedicata alla storia industriale della Lazzaroni Biscotti”, azienda fondamentale per lo sviluppo economico e la stessa notorietà di Saronno nel mondo…
… un’epopea raccontata attraverso “i primi macchinari disposti in sequenza operativa con cui venivano fabbricati i biscotti, gli amaretti, i wafer”…
… quindi vetrine che mostrano le “scatole per biscotti in latta e successivamente in cartone con sopra riportate delle rappresentazioni grafiche che fanno ormai parte della storia del disegno industriale italiano”…
… “insieme con un’ampia esposizione di manifesti pubblicitari” che evidenziano come un tempo la cartellonistica producesse autentiche opere d’arte sposate con le esigenze della comunicazione.
Da segnalare anche altre chicche come una splendida Fiat 510 del 1924 dal design ancora sorprendente dopo oltre un secolo dalla sua progettazione da parte di Carlo Cavalli, ancora funzionante, frutto del prestito della famiglia Lazzaroni.
L’intento dichiarato del museo è riallacciare “uno stretto rapporto tra la città di Saronno e la Ferrovia, nato il 22 Marzo 1879, quando era stata inaugurata la prima tratta ferroviaria, la Milano-Saronno, di quelle che sarebbero diventate le Ferrovie Nord Milano; elemento questo che avrebbe dato un forte impulso all’insediamento di attività industriali in tutto il Saronnese e che, nel 1960, avrebbe contribuito all’emanazione del decreto che avrebbe elevato al rango di Città la borgata di Saronno”.
Da qui “le finalità del Museo di ordine conservativo, didattico e di valorizzazione del patrimonio storico industriale, dando ad ogni Azienda la consapevolezza anche di un considerevole ruolo civile, sociale e culturale che va ben oltre al fatto strettamente economico e come tale parte integrante della storia e della vita del territorio”.
Obiettivo raggiunto in pieno con un allestimento essenziale che lascia parlare i reperti con la forza della loro concreta portata epistemologica, fornendo al tempo stesso informazioni scientifiche, curiosità tecniche e stimoli intellettuali di rara efficacia, tutto amplificato dalla ricchezza espositiva di chi guida le visite.
Il visitatore ne esce arricchito sul piano cognitivo ma anche colpito al cuore dalla rinnovata e qui stimolata consapevolezza di quanto sia fondamentale il lavoro umano con la sua reale funzione nobilitante, sollecitando riflessioni personali e contribuendo alla crescita personale con la virtù dell’esempio.
Si apprezza infatti tantissimo la classicità della disposizione degli elementi, la razionalità del tragitto, ma anche la scelta rigorosa di non delegare alla tecnologia la trasmissione del sapere e di non cedere alla tentazione di spettacolarizzare l’esperienza, rendendo tutto più vero e tangibile.
Il MILS è un agglomerato di Cultura, sensibilità e senso civico che va tutelato e valorizzato, meritando massimo rispetto e partecipazione dai sostenitori come da istituzioni e cittadini anche per il suo imprescindibile ruolo sociale, incarnando l’anima di un’intera comunità, oltre a essere estremamente prezioso pure per le tante persone che giungono appositamente a Saronno da ovunque per goderne intellettualmente nella sua attuale meravigliosa sede, imprescindibile per la qualità e funzionalità dell’intero progetto.
Info: https://www.museomils.it/
Domenico Liggeri
Website: https://www.domenicoliggeri.it/