Apparecchio di forma parallelepipeda a sviluppo orizzontale in resina termoplastica e metallo con maniglia per il trasporto.
Nella parte superiore è inserita una rotella per la sintonia del canale desiderato che viene letto su due scale poste superiormente per le modulazioni di frequenza da 87.5 a 104 MHz e per i canali da 2 a 57 e frontalmente per le modulazioni di ampiezza da 525 a 1605 KHz o da 550 a 190 m.
In prossimità della rotella è inserita un'antenna FM a stilo allungabile.
Frontalmente, nella parte sinistra, è inserito il registratore con i relativi comandi.
Nella parte superiore sono presenti il tasto di apertura del vano porta cassetta, il tasto per la registrazione e il dispositivo per l'avanzamento/riavvolgimento del nastro. Nella parte inferiore è inserito il vano porta cassetta apribile e con finestrella per la visione della posizione del nastro.
Frontalmente, nella parte destra, è inserito l'altoparlante magnetodinamico (potenza d'uscita 1W) protetto da una griglia metallica.
Lateralmente, da una parte è inserita una rotella per l'accensione dell'apparecchio e la regolazione del volume, dall'altra una presa per il collegamento del microfono o di un giradischi o di un altro registratore.
Sulla parete posteriore troviamo un selettore per FM o MW e due sportelli apribili. Quello superiore contiene il cavo di alimentazione alla rete elettrica (probabilmente non originale) e il microfono, quello inferiore è l'alloggio per le sei pile da 1,5V. Il microfono è di piccole dimensioni, di forma trapezoidale con spina per il collegamento al registratore.
All'interno dell'apparecchio sono presenti il circuito elettrico di funzionamento costituito principalmente da16 transitor e 17 diodi, il motorino per il funzionamento del registratore, l'altoparlante.
Ricezione di programmi radiofonici a modulazione d' ampiezza e a modulazione di frequenza.
Gamma di frequenza: Modulazione di ampiezza: da 525 a 1605 KHz; modulazione di frequenza: da 87,5 a 104 MHz.
Registrazione su supporto magnetico (audiocassette), dei programmi radiofonici oppure collegandosi all'apposita presa con un microfono in dotazione o direttamente ad un giradischi o ad un secondo registratore.
Alimentazione a corrente continua (9 V) – 6 pile da 1,5 V ciascuna;
Alimentazione a corrente alternata (110/ 220 V) con cambio tensioni.
La funzione di registrazione può avvenire direttamente attraverso la radio sintonizzata sul programma desiderato oppure collegandosi all'apposita presa con il microfono in dotazione o direttamente ad un giradischi o ad un secondo registratore.
Il transistor nasce negli Stati Uniti alla fine del 1947. Frutto di una lunga ricerca condotta presso i Bell Laboratories da W. Shockley, J. Bardeen e W. Brattain, che per questo risultato guadagneranno il premio Nobel nel 1956. Il nome transistor (combinazione di TRANSconductance varISTOR) fu suggerito da un altro ingegnere dei Bell Labs. La teoria che sta alla base del funzionamento dei transistor è la teoria delle bande nei semiconduttori.
Dopo molti anni di radio a valvole di grandi dimensioni, nel novembre del 1954 venne commercializzato il primo apparecchio radio interamente a transistor: il “Regency TR-1” della I.D.E.A. (Industrial Development Engineering Associates) di Indianapolis con i transistor e agli altri componenti elettronici montati e saldati sulla piastrina di un circuito stampato in maniera automatizzata e custodia in plastica stmpata a caldo. Inizialmente i transistor costavano molto più delle valvole; inoltre, c'erano palesi limiti in riferimento all'essere adatto alle alte frequenze.
Il primo vero ricevitore tascabile, il modello Sony TR-63, fu prodotto nel marzo del 1957, in Giappone, con tutti componenti miniaturizzati.
Nel decennio che va dal 1955 al 1965 si assiste ad un veloce sviluppo tecnologico e commerciale della radio a transistor: dalle prime costose radio tascabili basate sui delicati e instabili transistor al germanio ed alimentate con pile speciali, fino alle prime radio a circuiti integrati, i multibanda AM/FM ed i complessi stereofonici con parecchi Watt di potenza d'uscita, equipaggiati con robusti transistor al silicio.
I due settori in cui le radio a transistor ebbero contemporaneamente successo furono le radio portatili e le autoradio. La ragione di ciò sta nella possibilità di adottare dimensioni molto minori e, soprattutto, le ridottissime richieste di energia: non era più necessario occuparsi del riscaldamento del catodo.
In dieci anni le radio a valvole vengono accantonate. I prezzi cominciarono a diminuire velocemente ma anche la qualità, facendo diventare le “radioline” oggetti di consumo quasi “usa e getta”.
Anche le industrie radio italiane, con l'avvento del transistor, dalla fine degli anni 50 iniziarono a produrre apparecchi radio completamente a transistor di dimensioni per lo più da tavola ma anche di formato tascabile. Tra le varie aziende radio prime produttrici di radio completamente transistorizzate, sono da citare la G.B.C., la SNT, la VOXSON-FARET, la GELOSO, l'Allocchio-Bacchini, la Brionvega, la Condor, la C.G.E., la DBR, l'Europhon, la FIMI-Phonola e la Radiomarelli.
Questo apparecchio è stato progettato dal Reparto Ricerca e Sviluppo della FIMI S.p.A. e costruito nel suo stabilimento di Saronno.