Cento anni di radio tra società, industria, tecnologia. Che storie!

Mostra promossa da FNM, FERROVIENORD e MILS, con Università degli Studi Milano-Bicocca

La mostra è ospitata presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca (Spazio Agorà, edificio U6 – piazza dell’Ateneo Nuovo, 1) ed è stata inaugurata lunedì 27 maggio; gode del patrocinio del Senato della Repubblica e di Regione Lombardia. Resterà aperta al pubblico fino al 28 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 18.00 con ingresso libero.

Attraverso 21 pannelli e 58 apparecchi radio storici, l’esposizione approfondisce gli sviluppi tecnologici, l’evoluzione nel design e nella società del periodo che va dalla fine degli anni ‘20 alla fine degli anni ’60. Le radio fanno parte della collezione Cutrupi e della collezione FIMI – Phonola conservate presso il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese (MILS – Saronno). Il visitatore è immerso in un percorso denso di storia, scandito da approfondimenti audiovisivi e moduli interattivi.

L’inaugurazione di lunedì 27 Maggio è stata aperta dal Pro-Rettore Vicario dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca Marco Emilio Orlandi e ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Franco Lucente, assessore ai Trasporti e Mobilità sostenibile di Regione Lombardia; Andrea Gibelli, presidente di FNM; Marco Piuri, direttore generale di FNM; Fulvio Caradonna, presidente di FERROVIENORD; Arnaldo Siena, presidente del Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese, Giuseppe Nigro, direttore del MILS, e Silvio Bonfiglio, curatore della mostra. Ospite speciale dell’evento il direttore artistico di Radio Deejay Linus.

 

“Il percorso espositivo – fa notare il presidente di FNM Andrea Gibelli – illustra la storia della radio e racconta la grande evoluzione tecnologica e sociologica del primo medium di massa personale. In questo 2024, si celebra infatti un traguardo straordinario: il centenario della prima trasmissione radiofonica in Italia a diffusione nazionale. Questo semplice ma rivoluzionario dispositivo continua a svolgere un ruolo cruciale in vari aspetti della nostra vita moderna e ha trasformato il modo in cui comunichiamo, intratteniamo e ci informiamo. Abbiamo voluto fortemente questa mostra, realizzata in collaborazione con il Mils di Saronno, perché la convivenza tra il trasporto e i mezzi di comunicazione può essere sintetizzata in poche parole: la capacità di sincronizzare i tempi è stata una delle necessità, se non la prima, per la ferrovia… Chissà se la radio sarà lo strumento che si userà per comunicare anche quando Elon Musk arriverà su Marte?” si chiede il presidente di Fnm


“Questa mostra – ha precisato poi il presidente di FERROVIENORD Fulvio Caradonna – è la prima tappa di un percorso narrativo nato tra il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese (MILS), FERROVIENORD e FNM. Suggella una collaborazione che ha lo scopo di creare un museo diffuso che illustri l’apporto del sistema ferroviario allo sviluppo economico e sociale del Paese. Un’esperienza a tappe che precede e accompagna la creazione di “Sarò”, un museo vero e proprio della mobilità di prossima realizzazione a Saronno. C’è la necessità, soprattutto nelle piccole realtà, di riscoprire le nostre radici, le ragioni per cui la ferrovia è nata, non solo come luogo di collegamento e di passaggio, ma anche come luogo di frequentazione culturale”.

 

“C’è un legame tra le industrie di Saronno e le ferrovie – ha sottolineato Arnaldo Siena, Presidente del MILS; nel 1879 la prima tratta ferroviaria è stata la Milano-Saronno. Non esistevano ancora le Ferrovie dello Stato, il senso unitario del sistema. C’erano soltanto delle ferrovie che industriali privati e nel nostro caso belgi, avevano finanziato vedendo Saronno come possibile fonte di insediamenti industriali …. E’ stata la ferrovia a stimolare lo sviluppo industriale del territorio con varie aziende e uomini di cui il MILS, costituito nel 1998, conserva le testimonianze. Per me lo stretto legame fra lo sviluppo industriale del Saronnese e le ferrovie è un motivo di orgoglio…. Non tutti sanno che sono stato in Ferrovie Nord per 35 anni”.

“La radio è un ponte, non solo fisico, che consente alle comunità di tessere la rete di relazioni – dice Marco Piuri, direttore generale di FNM; la cosa interessante della radio secondo me è che si tratta di una tecnologia che esiste da tantissimi anni e che continua ad esserci. Naturalmente è stata progressivamente reinterpretata, ma per tanti anni la tecnologia della radio è quella che ha consentito alle persone di comunicare. La radio è stata per moltissimo tempo il solo mezzo di comunicazione a consentire questa connessione, un ponte che permette alle comunità di tessere la rete di relazioni”.

 

“Mi fa piacere essere qui come Regione Lombardia – dice l’assessore ai Trasporti e Mobilità sostenibile di Regione Lombardia Franco Lucente – per l’inizio di un percorso che andrà avanti nel tempo per raccontare la mobilità. A chi si chiede cosa c’entri la radio con la mobilità, rispondo che cento anni fa la radio nasceva in parallelo alle stazioni ferroviarie per consentire le comunicazioni. Un elemento importante, che dovremmo far nostro anche oggi per dare all’utenza la giusta comunicazione, che a volte non arriva. Il percorso che si apre oggi porterà ad un museo della mobilità – continua Lucente, riferendosi a ‘Sarò’, il museo della mobilità di prossima realizzazione a Saronno – e da assessore alla mobilità non posso che essere contento, perché raccontiamo la Lombardia e, soprattutto, il mondo della ferrovia. Un mondo che a molti è sconosciuto o che, invece, è il vissuto di tanti lombardi, che però non vivono la ferrovia come qualcosa sia di storico che di innovativo, ma soltanto come momento di passaggio. In realtà
c’è molta storia dietro le ferrovie, e aver dato vita a questo progetto vi fa onore e fa onore a Regione Lombardia” conclude.

 

Di radio si è parlato anche con Giovanni Chiodi, professore di Storia del diritto medievale e moderna, con Fabrizia Mantovani, professoressa del Corso di Psicologia della Comunicazione, entrambi dell’Università Bicocca, e con Linus, Direttore artistico di Radio Deejay. A coordinare la discussione Luca Montani, Direttore Relazioni Esterne e Comunicazione di FNM.
“La radio non è solo un mezzo di intrattenimento perché attraverso l’intrattenimento possono passare dei messaggi molto importanti – precisa Giovanni Chiodi; la radio ha voluto dire molto nel nostro Paese e non soltanto. Ha avuto una funzione di formazione anche di una coscienza critica, di una coscienza addirittura politica”. La mostra della radio è stata organizzata nell’ambito del Bicocca Music Festival 2024 e il prof. Chiodi osserva: “Non è facile tecnicamente organizzare eventi musicali, oltretutto concentrati nell’arco di una settimana, ma in questa università si è potuto fare; c’è molto entusiasmo. Cerchiamo di metterci delle idee nuove e soprattutto di cercare di intersecare i gusti di un pubblico che comprende diverse fasce d’età. E’ un’esperienza piuttosto unica e ne siamo particolarmente orgogliosi. È una delle innovazioni di questa università”, ha concluso.
“Durante il covid – racconta Fabrizia Mantovani – abbiamo riscoperto le possibilità della radio; mentre facevo lezione in quel periodo, ho comprato addirittura un microfono e devo dire che mi sono ispirata tanto alla radio, al modo di fare radio, al modo di narrare che c’è in radio, perché effettivamente ha un grande potere. Abbiamo vissuto una rivoluzione tecnologica che ci ha spinti a cambiare il nostro modo di fare lezione. Il Covid ha imposto però un’accelerazione fortissima, drammatica per alcuni versi, facendoci scoprire tante opportunità e soprattutto facendoci cogliere il valore della non contrapposizione tra l’online e l’offline”.
“A livello internazionale – ha osservato Linus, guest star della giornata – si è un po’ svuotata di contenuti, come se avesse ridotto al minimo l’impegno per cercare di ottimizzare il risultato. L’Italia invece vive ancora una stagione molto vivace e questa spinta aiuta il mercato ad essere sempre molto competitivo”. “Sono stato un pendolare delle Ferrovie Nord Milano per tantissimi anni, ricorda Linus. Sono cresciuto a Paderno Dugnano, la mia vita era divisa fra le quattro o cinque fermate che portavano in città e le quattro cinque fermate che mi portavano a Cesano Maderno, dove andavo a scuola. Ne ho un ricordo assolutamente romantico. Ritengo che la radio una volta fosse l’apparecchio che faceva sentire il contenuto. Adesso il contenuto può essere dentro un telefono, un computer, un televisore o un’automobile. La radio è diventata qualcosa di impalpabile, di veloce”, conclude.

Nel file allegato una panoramica dell’eco che l’evento ha avuto sulla stampa

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